Amos Oz – CONTRO IL FANATISMO

(…) Un mio caro amico nonché collega, quel fanatico narratore israeliano che Sammy Michael, ha vissuto un giorno un’esperienza che può capitare a tutti, prima o poi: una lunga tratta in macchina con un autista che gli ha prodigato la solita lezione sull’urgenza, per noi ebrei, di far fuori tutti gli arabi. Sammy l’ha ascoltato e invece di sbraitare: “Ma che razza di obbrobrioso individuo è lei, un nazista o un fascista?”, ha deciso di comportarsi diversamente. Ha dunque domandato all’autista: “E chi pensa dovrebbe uccidere tutti gli arabi?”. Questi ha risposto: “Che intende dire? Noi!Gli ebrei israeliani! Dobbiamo! Non c’è altra scelta, guardi che cosa ci fanno quelli ogni giorno!”. “Ma chi esattamente dovrebbe fare il lavoro? La polizia? O forse l’esercito? O la brigata di artiglieria? O le squadre mediche? Chi farà il lavoro?” L’autista si è grattato la testa e ha detto: “Penso che dovrebbe essere equamente diviso fra noi, ognuno dovrebbe ucciderne alcuni”. Sammy Michael, fedele al gioco, ha continuato: “Ok, supponiamo allora che a lei venga assegnato un condominio nella sua città, Haifa, e debba bussare o suonare il campanello, e domandare: ‘Mi scusi signore, o mi scusi signora, lei è arabo?’ e se la risposta è sì, allora sparare. Poi lei finisce il suo condominio, se ne sta per andare a casa, ma in quel momento”, dice Summy all’autista, “sente che su al quarto piano c’è un bimbo che piange. Che fa, torna indietro e spara al bambino? Sì o no?”. C’è stato un momento di silenzio, e poi l’autista ha detto a Summy Michael: “Lo sa, lei è molto crudele”.

Questo brano divertente, ma nello stesso tempo significativo, è tratto dal libro Contro il fanatismo di Amos Oz (Universale Economica Feltrinelli). E’ un libro breve, 78 pagine in totale, composto da tre lezioni che il grande scrittore fece all’Università di Tubinga, in Germania, nel 2002. Si legge con piacere perchè Oz esprime le sue idee con grande semplicità, in modo discorsivo, a volte divertente, ma in realtà tratta un argomento difficile ed estremamente attuale: il fanatismo.

Non c’è bisogno di essere dei seguaci di una setta, dei jihadisti o daesh per essere dei fanatici. Loro lo sono sicuramente, ma il fanatismo lo si può intravvedere anche nella nostra società, ad esempio in molti commenti sui social o negli ultrà calcistici. Il fanatismo va combattuto perché ottenebra la mente, non permette di considerare punti di vista differenti.

“Sono un fautore del compromesso. So che questa parola gode di una pessima reputazione nei circoli idealistici d’Europa, in particolare fra i giovani. Il compromesso è considerato come una mancanza di integrità, di dirittura morale, di consistenza, di onestà. Il compromesso puzza, è disonesto. Non nel mio vocabolario. nel mio mondo, la parola compromesso è sinonimo di vita. E dove c’è vita ci sono compromessi. Il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo, morte.”

Come combattere il fanatismo? Amos Oz ne parla a lungo, ma chiude con una formula sorprendente:

“E se promettete di prendere quanto segue cum grano salis, posso dirvi, almeno in linea di principio, che credo di aver inventato la cura per il fanatismo. Il senso dell’umorismo è un’ottima terapia. In vita mia non ho ancora visto un fanatico dotato di senso dell’umorismo, e non ho nemmeno mai visto una persona dotata di senso dell’umorismo diventare un fanatico, a meno di non perdere il senso dell’umorismo.”

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