Nel 1921 Otto Dix dipinse “Il Fiammiferaio”. La Grande Guerra era finita solo da tre anni e i veterani erano riconoscibili perché spesso i loro corpi erano stati deturpati durante le battaglie. Il fiammiferaio è uno di loro, ha perso tutti e quattro gli arti e la vista, e giace per terra su un marciapiedi vendendo fiammiferi; dalla sua bocca, infatti, escono le parole “Fiammiferi, originali fiammiferi svedesi!”. La gente, che sembra camminare frettolosamente in quanto piegata in avanti, è totalmente indifferente alle sue parole e alle sue condizioni, tutti si allontanano dandogli le spalle; solo un bassotto gli presta attenzione, ma non lo riconosce come un essere umano e alza la gamba per urinargli addosso.
E’ una visiona impietosa delle terribili condizioni in cui vivevano i veterani, uno dei tanti quadri di denuncia sociale che Dix dipinge in questo periodo. Lo spazio nella composizione è deformato (in particolare la cassetta di legno con i fiammiferi), la testa del fiammiferaio è piegata in modo poco naturale, la visione della scena avviene dall’alto: tutto contribuisce a dare un senso di instabilità ed inquietudine.
PER APPROFONDIRE:
Francisco Goya-Otto Dix. Sulla guerra. La guerra vissuta e sofferta con le armi della pace. Catalogo della mostra (Trento, 1996)a cura di A. Tiddia e T- Sparagni