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Le figure dell’arte
autore, committente, mercante d’arte, fruitore
Quando guardiamo un’opera d’arte la relazioniamo all’artista che l’ha realizzata: questo è ovviamente corretto, perché l’autore è l’artefice dell’opera e la sua personalità, la sua esperienza, i suoi ideali, la sua sensibilità intervengono in modo determinante nella realizzazione artistica. É per questo motivo che si studiano le biografie degli autori, perché conoscere la loro vita permette di comprendere l’opera d’arte in modo più approfondito.
Intorno all’opera d’arte ruotano però altre figure, che sono comunque importanti, come il committente, i fruitori e, in alcuni casi, il mercante d’arte.
Il committente è chi affida all’autore l’incarico di eseguire l’opera. Per molti secoli, fino alla seconda metà del Settecento, gli artisti normalmente non realizzavano nulla se prima non avevano un incarico, perciò il committente aveva un ruolo decisivo. Nel Medioevo inoltre si stilavano veri e propri contratti dove il committente precisava il soggetto richiesto, quante figure dovevano comparire, se dovevano essere utilizzati colori particolarmente preziosi e di quanto oro l’artista poteva avvalersi. Il committente poteva anche chiedere che la sua immagine o i suoi simboli araldici fossero inseriti nel dipinto, come possiamo vedere nella tavola di Simone Martini Ludovico da Tolosa e Storie (fig.1), realizzato a Napoli per la corte francese d’Angiò, dove il re Roberto è ritratto vicino al fratello, San Ludovico da Tolosa, che lo incorona. Un altro esempio, molto diverso, è Il baldacchino di San Pietro (fig.2) di Gianlorenzo Bernini, il quale, su esplicita richiesta del committente Urbano VIII Barberini, ha inserito all’interno della decorazione del grande ciborio delle api, tratte dal simbolo araldico della famiglia nobile Barberini.
A volte il committente è determinante per la carriera artistica di un autore, perché gli commissiona opere che gli daranno notorietà. Un esempio è il ricco imprenditore Eusebi Güell che credette nella genialità di Antoni Gaudì, architetto spagnolo che lavorò a Barcellona tra il XIX e il XX secolo e la cui opera più famosa è la Sagrada Familia (fig.3): probabilmente senza l’appoggio di Güell, Gaudì non sarebbe inizialmente riuscito ad avere importanti incarichi.



Con la seconda metà del Settecento gli artisti incominciarono sempre più spesso a realizzare opere d’arte senza una committenza precisa. Questo ovviamente non valeva per gli architetti, ma pittori e scultori iniziarono a lavorare per esprimere la loro ispirazione artistica, per inseguire un ideale, una ricerca. Ad esempio Paul Cézanne dipinse La montagna di Sainte-Victoire (fig. 4 e 5) per circa sessanta volte senza avere un incarico, ma esclusivamente perché stava applicando una personale ricerca artistica legata alla resa pittorica, al rapporto colore-volume, all’equilibrio, alla sintesi.
É proprio in questo contesto che nasce la figura del mercante d’arte, cioè colui che si incarica della vendita dei quadri o delle sculture di un artista, opere nate senza una committenza. Anche in questo caso il mercante d’arte può essere una figura determinante, perché se compie un buon lavoro riesce a dare notorietà all’artista. Ambroise Vollard (fig. 6) fu il mercante d’arte che organizzò la prima mostra personale di Paul Cézanne nella sua galleria parigina e fu uno dei maggiori sostenitori dei movimenti d’avanguardia. Ma nella storia dell’arte troviamo molti importanti mercanti d’arte, come Peggy Guggenheim (fig. 7), Paul Guillaume, Ernst Beyeler.
Infine c’è il fruitore, cioè l’osservatore, colui che ammira o usufruisce dell’opera d’arte. É interessante pensare che il fruitore cambia con il passare del tempo, perciò anche l’opera d’arte è percepita in modo differente. Prendiamo ad esempio una Madonna col Bambino dell’epoca Medievale, chiamata Maestà (fig. 8) perché Maria era sempre seduta su un trono; il fruitore medievale era un fedele, come tale considerava innanzitutto il significato religioso, devozionale dell’opera, davanti alla quale probabilmente si inginocchiava e pregava; oggi nessuno di noi, vedendo la stessa opera in un museo, si inginocchia pregando, ma ne valutiamo la bellezza, la tecnica esecutiva, il suo valore nella storia. Sia il fruitore di allora che quello odierno rimangono incantati di fronte a quell’opera, ma ne percepiscono il valore in modo diverso.
A volte, invece, i fruitori rimangono i medesimi, non certo le stesse persone, ma la stessa tipologia di persone. Prendiamo ad esempio il Baldacchino di San Pietro di Gian Lorenzo Bernini di cui parlavamo prima: i fruitori di un tempo, esattamente come oggi, sono i milioni di fedeli che si recano nella grande basilica a Roma.
Importante è capire che l’artista, il committente e anche i fruitori originali (quelli del periodo in cui l’opera è stata prodotta) sono indissolubilmente legati al contesto sociale, culturale e artistico. Conoscerlo è perciò fondamentale per capire meglio l’opera




