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L’analisi iconografica
Un’opera d’arte può essere analizzata da diversi punti di vista: l’aspetto compositivo (analisi strutturale o formale), i materiali con cui è stata realizzata, gli elementi stilistici che caratterizzano chi l’ha creata, e, per le opere figurative, si può attuare anche un’analisi iconografica.
L’iconografia (dal greco eikon «immagine» e graphé «disegno») classifica le immagini in base al loro soggetto. Quando si effettua questo tipo di analisi bisogna perciò spiegare che cosa l’opera raffigura e in che modo: quale episodio, quali personaggi, come il tema è stato rappresentato. Tra gli esempi delle iconografie più diffuse nella cultura occidentale troviamo: gli episodi mitologici, il ritratto, la Madonna col Bambino, i momenti salienti della vita di Gesù, il Giudizio Universale, le vite dei Santi, la Pietà (la Madonna con Cristo morto), il paesaggio.
Vediamo alcuni esempi:
L’Annunciazione: Iconografia cristiana che rappresenta il momento in cui l’Angelo Gabriele annuncia a Maria che diventerà madre (fig. 1 Annunciazione del Beato Angelico, 1435).
La Sacra Conversazione: Iconografia cristiana dove Maria con il piccolo Gesù sono seduti in trono e circondati almeno da due santi; possono essere presenti anche più santi, angeli e, in alcuni casi, il committente (fig. 2 Sacra Conversazione di Piero della Francesca, 1472-74).
La natura morta: rappresentazione di soggetti inanimati (in inglese Still Life), come oggetti, suppellettili, fiori, frutti, cacciagione, strumenti musicali, libri (fig. 3 Natura morta con granchio di Pieter Claesz, 1644). È un tema che incomincia a diffondersi dalla fine del XVI secolo.



L’iconografia è legata al contesto culturale, sia per la scelta del tema che per il suo sviluppo. Lo stesso tema può infatti essere trattato in modo molto diverso: nella Maestàdi Cimabue (1290 circa), autore medievale, la Madonna è rappresentata come una regina in trono che presenta il Figlio ai fedeli (fig. 4), mentre nel dipinto rinascimentale Madonna col Bambino e San Giovannino di Raffaello (1507) la Madonna appare come una mamma dolce e protettiva (fig .5).
I personaggi rappresentati, in un dipinto come in una scultura, possono essere riconosciuti dai loro attributi iconografici; ogni santo e santa, come ogni dio o dea pagana, ha la sua peculiarità, perciò sono moltissimi. Qui possiamo elencarne solo alcuni:
Bacco o Dioniso: dio del vino e dell’ebbrezza è rappresentato coronato di grappoli d’uva e foglie di vite (fig. 6 Bacco di Michelangelo (1498-97)).
Cupido o Eros: dio dell’amore, raffigurato come un fanciullo alato, a volte bendato, che porta arco e frecce
Giove o Zeus: massima divinità dell’Olimpo, ha come attributi l’aquila e il fulmine.
Mercurio o Ermes: dio dei viaggiatori e dei commerci, è il messaggero degli dei. Lo si riconosce dai saldali alati, il cappello e il caduceo con due serpenti.
San Giovanni Battista: figlio di Elisabetta, cugina di Maria, battezzò Cristo e visse nel deserto. I suoi segni distintivi sono l’abito di pelli, la croce come bastone e, a volte, una piccola ciotola appesa alla cinta.
San Giorgio: nobile santo guerriero che salvò una principessa sconfiggendo un drago, simbolo del male e del peccato; è raffigurato in armatura, a volte su un cavallo bianco, e sul suo scudo e sulla bandiera è rappresentata una croce (fig. 7 San Giorgio di Donatello, 1417).
San Pietro: apostolo di Cristo e primo Pontefice, ha come attributo iconografico le chiavi.
San Francesco d’Assisi: è vestito con un saio e una cinta a tre nodi, simboli di povertà, castità e obbedienza, inoltre presenta le stigmate alle mani.


In alcuni periodi storici il soggetto raffigurato poteva nascondere anche un altro significato, comunicato attraverso simboli o allegorie: per capire il messaggio bisogna conoscere il significato convenzionale attribuito agli oggetti o alle figure rappresentate. Quando si interpretano questi significati reconditi si attua un’analisi iconologica.
Per esempio Michelangelo nel Tondo Doni del 1505-06 (fig. 8), in primo piano rappresenta la Sacra Famiglia, in secondo piano San Giovannino, sullo sfondo delle figure nude; questi soggetti alludono allegoricamente a tre periodi fondamentali della storia dell’umanità: le figure nude rimandano al periodo pagano, perché la nudità caratterizza la condizione primitiva dell’umanità, che ancora non conosce il Dio cristiano; San Giovanni, l’ultimo grande profeta che ha annunciato l’incarnazione di Dio, si riferisce al periodo della rivelazione divina; Gesù Bambino e la Sacra Famiglia che lo circonda alludono all’avvento della nuova era cristiana. Lo stesso linguaggio simbolico viene usato nella ricca cornice scolpita in legno: il busto di Cristo, è circondato da quelli di due profeti e di due sibille (veggenti dell’epoca pagana).

PER APPROFONDIRE:
Studi di iconologia. I temi umanistici nell’arte del Rinascimentodi Erwin Panofsky