La storia dell’architettura è anzitutto e prevalentemente la storia delle concezioni spaziali.
(…) Il carattere precipuo dell’architettura – il carattere per cui essa si distingue dalle altre attività artistiche – sta nel suo agire con un vocabolario tridimensionale che include l’uomo. La pittura agisce su due dimensioni, anche se può suggerirne tre o quattro. La scultura agisce su tre dimensioni, ma l’uomo ne resta all’esterno, separato, guarda dal di fuori le tre dimensioni. L’architettura invece è come una grande scultura scavata nel cui interno l’uomo penetra e cammina.
La conquista cubista della quarta dimensioni è di immensa portata storica, indipendentemente dalla valutazione estetica, positiva o negativa, che si può fare delle pitture cubiste (…). In architettura c’è lo stesso elemento “tempo”, anzi questo elemento è indispensabile all’attività edilizia: (…) ogni opera di architettura, per essere compresa e vissuta, richiede il tempo del nostro cammino, la quarta dimensione.
L’esperienza spaziale propria dell’architettura si prolunga nella città, nelle strade e nelle piazze, nei vicoli e nei parchi, negli stadi e nei giardini, dovunque l’opera dell’uomo ha limitato dei “vuoti”, ha cioè creato degli spazi racchiusi.
L’architettura non è solo arte, non è solo immagine di vita storica o di vita vissuta da noi e da altri; è anche e soprattutto l’ambiente, la scena ove la nostra vita si svolge.