Gentile Presidente Renzi,
poiché si è rivolto al mondo della scuola e chiede un confronto, mi permetto di risponderle.
Inizio con un po’ di polemica: non ho apprezzato la modalità con cui ha voluto spiegare a tutti noi i punti della Buona Scuola, di fronte a una lavagna old style e scrivendo con gessetti. Non credo che se avesse dovuto relazionarsi con un gruppo di docenti universitari o di manager avrebbe usato questo stile, si è rivolto a noi insegnanti come se fossimo degli scolaretti. Noi siamo laureati, spesso intellettuali, educatori. Avrei apprezzato una modalità di comunicazione più professionale. Inoltre, poiché giustamente la Buona Scuola vuole portare l’informatizzazione ovunque in Italia, forse sarebbe stato meglio una lavagna LIM (io sono due anni che non tocco più un gesso in classe…).
Sono tra quegli insegnanti che hanno scioperato martedì scorso, non perché ritengo che il vostro progetto sia completamente negativo, ma perché ci sono dei punti che, così come li avete proposti, non vanno bene. Sono felice di sentirle dire che il Governo è aperto al confronto e cercherà dei compromessi o applicherà delle modifiche, perché il messaggio che era passato finora sembrava un atteggiamento granitico: questo è, e nulla si cambia.
Lei, durante al suo discorso, ha detto che vuole ridare dignità agli insegnanti. Benissimo, ne sono felice, ma per far questo la strada non è certo quella del dare 60 euro rinnovabili ogni tre anni ai “più meritevoli”. Credo che i tanti suoi colleghi parlamentari un aumento di 60 euro non lo prenderebbero neppure in considerazione. Ma cosa si fa oggi con 60 euro? SONO 7 ANNI CHE IL NOSTRO STIPENDIO È BLOCCATO!
Se vuole ridare dignità agli insegnanti dovrebbe incominciare ad aumentare il loro stipendio al pari di quelli europei, almeno come quelli francesi o tedeschi. Deve sapere che oggi quando ci impegniamo in attività extra-lezioni (le tante commissioni che organizzano l’ossatura della scuola, che la rendono moderna con scambi all’estero, ecc.) lo facciamo quasi gratis, è tutto volontariato. Questo, lei capisce, non è considerare la professionalità dei docenti.
All’interno della scuola italiana ci sono insegnanti che, al pari dei docenti universitari, pubblicano e sono attivi nel campo della cultura, e questo è un magnifico polmone che porta ossigeno di novità e passione all’interno delle mura scolastiche. Gli insegnanti devono essere riconsiderati anche per questo.
Poi però, diciamocelo pure, ci sono anche colleghi che tirano a campare, che non amano la loro professione, che non danno dignità al loro lavoro di insegnante ed educatore. Il figlio di un amico mi ha riferito che un giorno, poiché ha consegnato una verifica in ritardo, il professore ha fatto un aeroplanino con la medesima e l’ha lanciata. Un insegnante non dovrebbe mai mortificare uno studente, mai. Questi insegnanti, dopo opportune verifiche, andrebbero rimossi.
Lei continua a ripetere che gli insegnanti devono aggiornarsi… ma, Presidente Renzi, cosa crede che abbiamo fatto finora? Aggiornarsi non significa solo definire dei tecnicismi in un modo nuovo (prima si parlava di obiettivi, con la ministra Gelmini ora dobbiamo parlare di competenze e abilità…), aggiornarsi significa vedere gli studenti che hai davanti, capire che le loro esigenze cambiano con il tempo, modificare il tuo modo di insegnare, di fare lezione, in funzione delle richieste che hai sul campo. Per me aggiornarsi, che insegno storia dell’arte, è anche andare a visitare una mostra, un museo, ricevere nuovi stimoli positivi che riverserò nelle mie lezioni. Ma questo non viene riconosciuto.
Io insegno in un liceo linguistico, faccio lezione anche in inglese (CLIL), con una maggiorazione di lavoro enorme nel preparare le lezioni… perché non sono pagata di più? La professionalità, nella società contemporanea, si ripaga con la moneta.
In questi anni abbiamo dovuto far fronte ad un enorme aumento di richieste (uso degli strumenti informatici, conoscenza dei Bisogni Educativi Speciali, Sicurezza sul Lavoro, …) ma abbiamo ricevuto in cambio solo mortificazione.
Per concludere questa lettera aperta che potrebbe diventare un libro aperto, Presidente Renzi, tanto per fare qualcosa di originale, incominci a pensare e a trattare gli insegnanti come dei veri professionisti con una giusta retribuzione, perché sono innanzitutto gli insegnanti che fanno la scuola.
W la scuola.
hai detto tutto, ottimo!
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