
“Istruire una nazione è civilizzarla, spegnervi le conoscenze è ricondurla allo stato primitivo della barbarie” (Diderot)
Mi chiedo: ma in Italia i ministri della Pubblica Istruzione dove vanno a trovarli? Non ce ne è uno che sappia davvero cos’è il mondo scuola, le problematiche inerenti, come si fa ad insegnare, come e cosa recepiscono i ragazzi, quali sono i reali bisogni, aspettative… Evidentemente non basta essere Rettore per conoscere la scuola, essere Rettore significa conoscere solo il mondo dell’Università.
E così ogni volta, anche questa volta, chi vive la scuola dall’interno rimane sconvolto dalle scelte fatte.
Purtroppo il ministro Profumo non è da meno degli altri. Anzi…
Prima l’idea di aumentare le ore scolastiche (cioè il tempo che gli insegnanti devono stare obbligatoriamente a scuola, non si è capito bene se facendo lezione oppure facendo attività collaterali) senza un aumento di stipendio. “All’estero gli insegnanti lavorano all’interno della scuola per più ore” dice. “All’estero guadagnano di più ed hanno ore di 50 minuti” dico io (e non sono una voce isolata…).
Comunque il signor ministro ha dimostrato di non sapere per niente il lavoro vero ed effettivo che gli insegnanti fanno, basandosi solo sulle ore di lezione frontali e non considerando tutto il lavoro sommerso che ci sta alle spalle. Direi che è piuttosto grave da parte di un ministro.
Ma riguardo a questo rimando a “Rabbia, amarezza, disincanto: lettera di una professoressa.”
Adesso c’è la novità del libro smaterializzato.
Già a partire dal prossimo anno scolastico, ossia 2013-2014, la manualistica scolastica dovrebbe presentarsi sotto una veste quasi completamente informatica.
Non più “libro misto”, che mescola carta ed elettronica. Ma testo scritto da una parte e contenuti digitali dall’altra. Con un ridimensionamento del primo a vantaggio dei secondi. O per dirla con il ministro Profumo: «Dal 2013 avvieremo un processo in cui inizialmente avremo un piccolissimo libretto e poi tanti supporti digitali, dove il libro nasce ogni giorno. Sulla base di uno scritto iniziale ci sarà la possibilità di fare collegamenti con video, risolutori, fotografie, altri testi e quindi costruire un libro personalizzato». In altre parole, presto la carta scomparirà.
Ma dove vive quest’uomo? In un libro di fantascienza? Ma lo sa come sono le scuole pubbliche italiane?
Per poter attuare questa idea senza creare ulteriori problemi a chi insegna e a chi impara bisognerebbe come minimo avere un computer con proiettore e schermo in ogni classe e collegamento internet wifi che copre tutte le aule. Le scuole sono in credito con la Pubblica Amministrazione di molti soldi, a volte si fa fatica a fare le fotocopie, ha presente il Ministro Profumo quanti soldi servono per adeguarsi e avere un supporto tecnologico adeguato???
Ma non solo questo: significa che TUTTE le famiglie dovrebbero avere computer e stampante. Io lavoro nella zona più ricca d’Italia, in una scuola dove normalmente non ci sono grandi problemi di reddito, ma l’altro giorno una mamma è venuta a dirmi che non hanno la stampante e non hanno i soldi per comprarla… mi spiego? Cosa succederà nella periferie di Napoli?
Ma non solo questo…
A volte i ragazzi sono pigri, non tutti sono animati dal sacro fuoco della cultura. Ogni volta dover rapportare testo e computer è un lavoro in più, che non tutti faranno. A scuola, a meno che non abbiano sempre un portatile con loro, non potrebbero accedere ad immagini o ad altre informazioni, questo significa che dovrebbero stampare… e quella non è carta?
Altra notizia allarmante: il ministro Profumo vorrebbe portare la scuola superiore a quattro anni invece di cinque.
Traduco: ragazzi escono dalla scuola superiore con meno cultura e capacità critica, ci saranno più disoccupati perché diminuiscono i posti di lavoro per gli insegnanti. Non vedo il vantaggio di una tale scelta…
È vero che in molti Paesi la scuola superiore dura quattro anni, ma il livello culturale dei nostri ragazzi, a parità di qualità e livello di scuola, è superiore (per ora…). L’Italia dovrebbe essere una culla di cultura, qui nacque il latino, qui abbiamo avuto grandi scrittori, è la nazione che vanta il maggior numero di opere d’arte di tutti i tempi… Non si può crescere i nostri studenti a pillole d’informazione culturale e scelte multiple!
I Governi parlano di sviluppo. Ma come si può pensare allo sviluppo di una nazione se i cittadini sono ignoranti? Maggior cultura significa maggiori capacità critiche, più flessibilità mentale, più creatività. Tutto ciò si traduce anche in sviluppo, signori miei.
Tutti i politici parlano della scuola come se dovesse essere il fiore all’occhiello della nazione, poi però, quando devono prendere delle decisioni a riguardo, sembra sempre che siano sbagliate, inadeguate e sembrano che facciano affondare la scuola e il sapere che deve trasmettere sempre di più, inesorabilmente…
La scuola viene sempre più impoverita, sia della possibilità di trasmettere il sapere in modo adeguato, sia di risorse economiche.
È deludente per chi ha dedicato la vita all’insegnamento.
Delusione, rabbia, amarezza… è così che il ministro Profumo vuole che si sentano gli insegnanti? Pensa che in questo modo possano dare il meglio di se stessi e la scuola ne abbia dei vantaggi?
Gli studenti passano, i ministri pure, ma nella scuola gli insegnanti rimangono per molti anni. Ci pensi ministro, se dovesse leggere questa lettera.