Leonora Carrington: “Sotto la rosa dei venti” (1955)

Leonora Carrington: i quadri in mostra a Palazzo Reale a Milano dal 20 settembre 2025 all’11 gennaio 2026

Leonora Carrington è stata una grande artista surrealista. Nata in Inghilterra, a Lancaster, nel 1917, è morta nel 2011 a Città del Messico. È stata pittrice ma anche scrittrice.

Non è famosa quanto Salvador Dalì o il suo compagno (per un pezzo di vita) Max Ernst, ma la sua pittura è altrettanto significativa, a volte sferzante, spesso profonda.

Nei suoi dipinti intreccia il mondo reale, rivisitato, e il suo mondo interiore, miti nordici, simbolismi esoterici, antiche tradizioni e visioni fantasiose, creando così quadri magici, che ci affascinano, anche se a volte con ne capiamo il segreto più intimo.

Importante è che nel suo lavoro, realizzato tra gli anni ’30 e gli anni ’70, troviamo riflessioni legate all’universo femminile, al femminismo, al bisogno di spiritualità, che anticipano temi oggi attualissimi.

Ha iniziato col disegno, per poi passare all’acquarello e infine all’olio e alla tempera, evidenziando un uso della tecnica davvero sopraffino.

Ha avuto una vita per certi versi avventurosa, a volte tragica: ebbe come compagno Ernst dal 1936 al 1939, una storia importante, venne rinchiusa in un manicomio in Spagna e sottoposta a terribili “terapie” da un direttore nazista, fece un matrimonio di convenienza con un diplomatico portoghese, si sposò con un fotografo ungherese ed ebbe due figli, che amò profondamente, come lei stessa dice nell’intervista che è possibile vedere ed ascoltare alla mostra che Palazzo Reale a Milano le dedica dal 20 settembre 2025 all’11 gennaio 2026.

In questa mostra sono esposti oltre 60 quadri e anche qualcuno di Max Ernst.

Nel dipinto “Sotto la rosa dei venti” possiamo vedere tre personaggi, due uomini e una donna, all’interno di una piccola stanza marrone, senza finestre; le pareti sembrano quasi di velluto e sul soffitto è rappresentata una rosa dei venti bianca. Tutti sanno che è un simbolo che rappresenta la direzione dei venti basandosi sui punti cardinali, ed è nato come strumento di navigazione. Per i marinai era fondamentale per ritrovare la via di casa, ed infatti è la metafora della via che si sceglie di seguire nella vita, cercando di rimanere in rotta, senza perdersi. Ma questo simbolo può voler dire molto di più. La rosa dei venti dipinta dalla Carrington è racchiusa da un cerchio, a sua volta tangente a un quadrato, queste sono due figure perfette, che legano il Cielo e la Terra; inoltre, i venti che provengono da direzioni opposte trovano tutti un punto di incontro nel centro, che diventa così simbolo di armonia superiore. Una stanza, perciò, che appare come un luogo speciale, proprio perché dominata dall’alto da un simbolo che ha un significato profondo, e infatti la donna sta compiendo un rito profetico: sta versando un liquido o una polverina nella bocca di un volto che è la parte terminale di un grande alambicco (unito con un tubo alla parete), e sarà quella bocca che vaticinerà le risposte alle domande dei due uomini. La donna diventa qui il tramite tra il conosciuto e l’occulto, e la sua gonna a scacchi non è casuale, perché la contrapposizione di bianco e nero rappresenta la luce e le tenebre, il giorno e la notte, cioè gli opposti complementari, che a loro volta alludono alla realtà del giorno, il conosciuto, e all’incognita della notte, cioè l’occulto. La donna, perciò, è rappresentata come la tenutaria di un sapere arcano, anche grazie alla sua sensibilità e intuizione. Ultimo elemento del quadro è uno specchio rotondo, che appare bombato riflettendo la scena deformata e oscura, quasi un occhio che percepisce la realtà in modo differente; è incorniciato da un racemo che si trasforma in un uroboro, un serpente che si morde la coda, e allude all’eternità, all’infinito, ma anche alla ciclicità della vita e dell’energia, che da ogni fine genera un nuovo inizio.

Un quadro bellissimo, con una tecnica a olio usata magistralmente, che riflette gli interessi esoterici, alchemici e magici della Carrington, ed esalta la capacità femminile di non fermarmi alla realtà apparente.

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